mercoledì 13 giugno 2012

La follia della tassazione sugli immobili


 Il mercato delle compravendite immobiliari residenziali in Italia, ha avuto nel 2011 un valore di scambio pari a 101,9 miliardi di euro, rilevando un calo dello 0,4% se rapportato al valore del 2010 che risultava essere pari a 102,3 miliardi di euro (fonte Agenzia del territorio, rilevazioni 2012).
Disincentivare questo mercato vuole dire frenare un economia che ha una filiera infinita e spesso non considerata. L’ acquisto di una abitazione vuole dire movimentare denaro. Colui che acquista, oltre a pagare le imposte dovute allo Stato, presumibilmente apporterà migliorie nell’immobile acquistato, tinteggiatura delle pareti, arredamento, rifacimento anche parziale di impianti o semplice sostituzione dei servizi igienici, pavimentazione etc.. Queste migliorie vogliono significare un economica locale a favore di artigiani,  piccole imprese e commercianti del settore.
Folle è tassare oltre ogni logica un settore tanto importante, folle è disincentivarlo e non valorizzarlo.
Aumentare il prelievo fiscale per questo Governo, vorrebbe significare maggiori introiti. Corretto il concetto in termini matematici ma FOLLE l’applicazione pratica in uno Stato. Se questi aumenti inducono a diminuire le spese dei contribuenti ed a ridurre i costi di gestione delle imprese, quindi licenziamenti e minori investimenti, fino anche alla chiusura di aziende, il maggior introito presunto dovrà essere calcolato su un minor fatturato, quindi minori introiti e maggiore crisi.
Ridurre realmente i costi gestionali del Governo e relativa politica, come ad esempio eliminare da subito tutte le agevolazioni a coloro che svolgono attività politica, dai parlamentari ai consiglieri comunali che, avendo un lauto stipendio, possono e devono spendere in proporzione a quanto guadagnano (regola che vale per tutti gli altri semplici cittadini), del resto hanno deciso liberamente di svolgere quell’attività per meglio gestire la nostra economia. Altro motivo di risparmio potrebbe essere la riduzione dei costi di investimento in Stati esteri, in missioni militari non più necessarie, nell’utilizzo degli immobili di proprietà e non in locazione, insomma, se si volesse realmente risparmiare si potrebbe, questo però vorrebbe dire invertire una politica economica e garantista a favore dei soliti pochi per favorire lo sviluppo della nostra Italia.  

Nessun commento:

Posta un commento