La follia della tassazione sugli immobili
Il mercato delle compravendite
immobiliari residenziali in Italia, ha avuto nel 2011 un valore di scambio pari
a 101,9 miliardi di euro, rilevando un calo dello 0,4% se rapportato al valore
del 2010 che risultava essere pari a 102,3 miliardi di euro (fonte Agenzia del
territorio, rilevazioni 2012).
Disincentivare questo mercato
vuole dire frenare un economia che ha una filiera infinita e spesso non
considerata. L’ acquisto di una abitazione vuole dire movimentare denaro. Colui
che acquista, oltre a pagare le imposte dovute allo Stato, presumibilmente
apporterà migliorie nell’immobile acquistato, tinteggiatura delle pareti,
arredamento, rifacimento anche parziale di impianti o semplice sostituzione dei
servizi igienici, pavimentazione etc.. Queste migliorie vogliono significare un
economica locale a favore di artigiani, piccole imprese e commercianti del settore.
Folle è tassare oltre ogni logica
un settore tanto importante, folle è disincentivarlo e non valorizzarlo.
Aumentare il prelievo fiscale per
questo Governo, vorrebbe significare maggiori introiti. Corretto il concetto in
termini matematici ma FOLLE l’applicazione pratica in uno Stato. Se questi
aumenti inducono a diminuire le spese dei contribuenti ed a ridurre i costi di
gestione delle imprese, quindi licenziamenti e minori investimenti, fino anche
alla chiusura di aziende, il maggior introito presunto dovrà essere calcolato
su un minor fatturato, quindi minori introiti e maggiore crisi.
Ridurre realmente i costi gestionali
del Governo e relativa politica, come ad esempio eliminare da subito
tutte le agevolazioni a coloro che svolgono attività politica, dai parlamentari
ai consiglieri comunali che, avendo un lauto stipendio, possono e devono
spendere in proporzione a quanto guadagnano (regola che vale per tutti gli
altri semplici cittadini), del resto hanno deciso liberamente di svolgere quell’attività
per meglio gestire la nostra economia. Altro motivo di risparmio potrebbe
essere la riduzione dei costi di investimento in Stati esteri, in missioni
militari non più necessarie, nell’utilizzo degli immobili di proprietà e non in
locazione, insomma, se si volesse realmente risparmiare si potrebbe, questo
però vorrebbe dire invertire una politica economica e garantista a favore dei soliti
pochi per favorire lo sviluppo della nostra Italia.
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